Il crimine e il vizio sono le due corna del Diavolo.

(Victor Hugo)

 

 

 

  

 

#82

 

IL DIAVOLO NEI DETTAGLI

 

 

1.

 

 

            Un cimitero non è esattamente il luogo più adatto per una gita notturna, perfino il Cimitero Monumentale di Highgate che si trova nei Borghi di Camden, Haringey e Islington nella zona Nord della Grande Londra ed è una sorta di riserva naturale di fatto.

            Nei primi anni Settanta del Ventesimo Secolo si diffuse la leggenda che un vampiro avesse scelto Highgate come sua dimora ma dopo un breve periodo di isteria di massa la cosa si sgonfiò e nessuno ne parlò più, tuttavia le leggende spesso hanno un fondo di verità. Forse nel 1970 non c’era alcun vampiro a Highgate ma oggi?

L’uomo dai capelli grigi e la barba alla Abraham Lincoln che indossa un giaccone da caccia con varie tasche ed una cintura multiuso non ha dubbi al riguardo mentre con una torcia elettrica illumina una cappella in marmo bianco sulla cui arcata è inciso il cognome Harker.

-Sì, questo è il posto.- dice in un ottimo Inglese con accento del Nord Europa, un orecchio allenato lo identificherebbe come olandese.

-Mi auguro che lei abbia ragione, Professore.- gli si rivolge un’attraente ragazza bionda che indossa una tuta in pelle che ricorda quella indossata da Uma Thurman in “Kill Bill” solo che invece di essere gialla è nera con il corpetto ed i bordi rossi -Sono abbastanza sicura che la pena per chi dissacra una tomba sia piuttosto severa da queste parti.-

-Stai tranquilla Abigail, è proprio qui che si nasconde la vampira che cerchiamo.-

            La bionda stringe nervosamente tra le mani una balestra con una freccia già incoccata, poi aggiunge:

-Questa cosa è personale per lei, non è vero, Professor van Helsing? Perché non ci ha detto nulla della vampira che stiamo andando a stanare? Io e Michiyo stiamo rischiando la nostra vita e la nostra anima, abbiamo il diritto di sapere perché.-

-Hai ragione, Abigail. La ragione per cui ero riluttante a parlarvene è che lei è…-

            Prima che il Professor Noah van Helsing possa terminare la sua frase, il terzo membro del gruppetto, una ragazza giapponese che indossa un judogi[i] nero invece che bianco, porta i capelli acconciati a coda di cavallo ed impugna una lunga katana, dice:

-Non siamo soli.

            Ha appena finito di parlare che dalla nebbia si materializzano lentamente delle spettrali figure.

 

            L’atmosfera è ben diversa a migliaia di miglia più ad ovest, nella città di Los Angeles, dove il sole è tramontato solo da poco ma anche lì il male si nasconde nell’ombra. La ragazza bionda che dimostra poco più di vent’anni e che indossa: un giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura e l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri ne è pienamente consapevole mentre un pesante portone di quercia si apre davanti a lei.

Per un attimo quasi le sembra di vedere stagliarsi sulla soglia la figura del sinistro Zio Tibia[ii] ma l’impressione svanisce quasi subito: sulla soglia c’è soltanto un ragazzo appena più vecchio di lei vestito di nero come si usa nella subcultura goth e dalla carnagione pallida.

-Benvenuta al Club dei Vampiri, sorella.- l’accoglie dando una rapida occhiata al cartoncino che lei gli porge.

Dà un ‘occhiata più approfondita a lei squadrandola senza ritegno poi chiede:

-Non ti ho già visto da qualche parte?-

            Lei scoppia a ridere e replica:

-È possibile se frequenti abitualmente youporn di nascosto dalla tua mammina.-

            L’altro rimane silenzioso per qualche istante poi le dice:

-Seguimi.-

            Il cosiddetto Club dei Vampiri non ha nulla a che fare con le omonime creature della notte ma è piuttosto il ritrovo di giovani e meno giovani dediti ad una forma di divertimento estrema e bizzarra, una forma di controcultura che la nuova venuta non è certa di capire.

            Si aggira in mezzo a loro guardandosi intorno. Forse si è sbagliata, forse quel che cerca non è qui. Improvvisamente si irrigidisce e dalle sue labbra sfuggono delle strane parole:

-Sento puzza di zolfo.-

 

            A Londra l’Ispettrice Constance Johanssen si avvia verso la sede del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra meglio conosciuto col nomignolo di Scotland Yard. Da quando è stata aggregata alla Squadra Antivampiro i turni di notte sono diventati la regola.

            È quasi arrivata quando sente una voce arrivare praticamente dal nulla:

-Constance..

            Lei si volta di scatto. La sola cosa che vede all’inizio sono due pupille rosse che brillano nel buio poi, piano piano intravede una figura umana sempre più nitida: un uomo dai capelli biondi e lo sguardo triste.

-Dottor Seward, che piacere rivederla!- esclama in tono sarcastico Non mi era ancora capitato dalla sua più recente resurrezione.-

-Le ragazze che ho… aiutato ieri… come stanno?- chiede l’altro.

-Bell’aiuto! Le ha salvate da un branco di stupratori, certo, poi, però, si è divertito a dissanguarle.-[iii]

-Non le ho uccise.- replica Charles Seward -Mi sono limitato a prendere loro solo il sangue che mi era necessario. Non hanno provato dolore e saranno un po’ deboli per un po’, tutto qui.-

-Poteva lasciar stare le due ragazze e prendere il sangue che le serviva da quei balordi che ha steso.-

-Il loro sangue era … impuro. Non era adatto. Non mi chieda come facessi a saperlo. Lo sapevo e basta.-

-E questo basta a scusarla? Non per me.-

-Creda a ciò che vuole. Volevo solo che sapesse. Ci sono un sacco di cattivi soggetti a Londra, intendo occuparmi di loro.-

-Un vampiro giustiziere. Ora le ho sentite tutte!-

            Charles Seward non replica. In un attimo è scomparso e tutto quello che Constance può vedere è un pipistrello che si allontana volando.

 

 

2.

 

 

            Quale miglior posto per nascondere un vero vampiro se non in mezzo a dei vampiri finti? Questo almeno è quel che mi ha detto la mia amica Bunny Brennan portandomi in questo posto.

-Pensaci, King: gente che ama i vampiri e si diverte a bere sangue. Nessuno baderà a te e troverai senza problemi dei volontari… e volontarie specialmente… che non avranno problemi a donarti spontaneamente un po’ di quel scorre nelle loro vene.

-E tu da quando li frequenti?- le ho chiesto -Non ti facevo una goth.-

-Conosci la sottocultura goth. Mi sorprendi davvero, King. In realtà non sono una goth ma ho qualche amica che lo è e così… -

-Va bene, ho capito. Ci verrò se ci tieni tanto ma non ci starò molto: ho un seguace del Diavolo da scovare.-

-Chissà… magari potresti trovarlo proprio lì. Intanto dovremo agire sul tuo look. Non hai un vestito da vampiro con te, vero? Qualcosa alla Lord Byron?-

-Ora sei tu a sorprendermi, Bunny: non immaginavo che conoscessi Byron.-

-Mi sottovaluti, King.-

            E così eccomi qui, vestito come un pagliaccio, in mezzo ad un branco di ragazzi che non hanno la minima idea di cosa sia davvero essere un vampiro ed auguro loro di non scoprirlo mai.

-Ma guarda un po’!- esclama Bunny.

-Cosa c’è?- chiedo.

            Lei mi indica una bella ragazza bionda decisamente poco vestita.

-Chi è?-

-Quella è Jazz Jade, una delle più famose pornostar emergenti della nazione.- risponde Bunny -Lo sapresti se avessi la TV nel tuo loculo.-

-Molto divertente.-

-Non sapevo che le piacesse questo genere di cose ma perché dovrei esserne sorpresa? Siamo a Los Angeles dopotutto.-

            Non la sto ascoltando. Un uomo si è alzato da un divanetto ed ora sta andando verso la bionda. C’è qualcosa in lui che attira la mia attenzione, qualcosa di malvagio mi sento di dire. È vestito di nero come gli altri ma è più vecchio e sfoggia un pizzetto caprino.

            Si volta verso di me come se avesse percepito che lo stavo guardando. Fa un sorriso crudele ed improvvisamente sono certo che in qualche modo sa chi e cosa sono come io so che lui non è quello che sembra.

            Mi ignora e continua l’avvicinamento alla ragazza. Grosso errore da parte sua.

 

            Nel cimitero di Highgate a Londra figure umane, uomini e donne, si materializzano dalla nebbia circondando i tre intrusi. I loro occhi rossi brillano nel buio ed i loro canini affilati scintillano alla luce della Luna.

-Sono cominciati i guai.- mormora la ragazza bionda di nome Abigail.

            Con un movimento fluido, evidentemente provato molte volte, lascia partire dalla sua balestra una freccia che colpisce dritta al cuore una vampira. Contemporaneamente la sua amica giapponese balza in avanti lanciando un grido di battaglia e roteando la sua katana. Ha appena completato il suo balzo che le teste di due avversari rotolano a terra staccate con un solo fendente. Gli altri vampiri esitano comprendendo che la lama è fatta un metallo per loro letale: l’argento.

            Il Professor van Helsing intanto tiene a bada altri aggressori agitando davanti a loro un crocefisso.

-Indietro progenie del male, indietro nel nome di Nostro Signore.- grida.

 I vampiri indietreggiano lentamente.

-Ma quanti sono?- esclama la bionda incoccando l’ennesima freccia.

-Troppi per voi.- dice una voce stentorea.

            I vampiri si fanno da parte lasciando passare una donna bionda che indossa un maglione rosso, jeans e stivali. La sua guancia sinistra è attraversata da una lunga cicatrice. Vedendola, van Helsing esclama:

-Rachel!-

Un’espressione di stupore si disegna sul volto della nuova arrivata mentre a sua volta esclama:

-Zio Noah?-

 

            Daimon Hellstrom suona insistentemente il campanello della casa in cui poco prima è entrata Jazz Jade. Finalmente il portone si apre e sulla soglia appare lo stesso ragazzo di poco prima che dice:

-Mi dispiace, amico ma qui si entra solo su invito.-

-Non mi serve nessuno stupido invito.- replica Daimon spingendolo brutalmente da parte e varcando la soglia.

-Ehi…- comincia a protestare il giovane ma si blocca quando vede cosa sta accadendo all’intruso.

            Il corpo di Daimon Hellstrom sembra avvolto dalle fiamme i suoi vestiti si fondono letteralmente lasciandolo a petto nudo e con indosso solo un paio di pantaloni attillati di colore rosso e stivali dorati. Nella sua mano destra si materializza un tridente di metallo rilucente.

            Entra nel salone proprio nel momento in cui un uomo alto e segaligno con il pizzetto caprino pone una mano sulla spalla destra di Jazz Jade.

            La ragazza si volta. I suoi splendenti occhi azzurri sono diventati rossi e quando apre le labbra mostra una coppia di candidi canini.

-E così sei qui.- dice con calma -Ne ero certa. Sentivo la tua puzza fin dalla San Fernando Valley.-

-Hai avuto fegato a venire qui da sola, ragazza.- replica l’uomo stringendole con forza la spalla.

-Sola ma non disarmata.- ribatte lei.

            Dalla sua mano destra si materializza una spada lucente che però non riesce ad usare. Il suo avversario le afferra il polso e glielo piega verso il basso finché lei lascia cadere la sua arma..

-Non sei alla mia altezza stupida ragazzina.- afferma.

-Ma io sì!- esclama una voce d’uomo.

            Una fiammata proveniente dal tridente di Daimon Hellstrom avvolge l’uomo facendolo urlare mentre il suo corpo muta in quello di un demone dalla testa e zampe di capra ed ali di pipistrello.

-Maledetto! -sibila -Avrei dovuto immaginare che dovevi esserci anche tu.-

-Avresti dovuto, infatti, Capro Nero.- ribatte Daimon -Abbiamo degli affari in sospeso io e te dopotutto.-[iv]

-E li risolveremo a modo mio.-

                Il demone noto come Capro Nero schiocca le dita e tutti i presenti urlano mentre mutano in orribili demoni.

-Uccideteli, figli miei!- ordina il Capro Nero -Uccidete i figli degeneri di Satana!-

-Dovranno uccidere anche me… se ne saranno capaci.- dice l’unico che non è stato mutato: Hannibal King

-Ah, un vampiro e non uno qualunque. Ho sentito parlare di te, Hannibal King: un rinnegato per la sua stessa razza.-

-Dovrei esserne lusingato?- ribatte King. -Immagino di sì.-

            Si pone accanto a Daimon e Jazz che ha recuperato la sua spada.

-A quanto pare, Hellstrom…- dice -… hai ancora il vizio di cacciarti in mezzo ai guai.-

-Potrei dire lo stesso di te, King.- ribatte l’altro.

-Se avete finito di scambiarvi convenevoli, vi faccio notare che c’è un bel mucchio di goth demoniaci che ci vuole fare a brandelli.- dice Jazz.

-La tua amica ha la lingua tagliente.- commenta King.

-In realtà è mia sorella.- replica Hellstrom.

-Credevo che tua sorella avesse i capelli rossi.-

-Questa è un’altra. Mio padre si è dato parecchio da fare.-

-Lo immagino. Comunque hanno lo stesso gusto per i vestiti.-

-Molto spiritoso.- ribatte Jazz affondando nell’addome di uno dei demoni la sua spada fatta di un metallo che esiste solo all’Inferno ed è letale per le creature soprannaturali.

-Intendi ucciderli?- le chiede Hannibal -Erano esseri umani prima che il tuo demoniaco amico li mutasse ed una di loro è una mia amica.-

-Intendo sopravvivere e lo farò con qualunque mezzo. In ogni caso, non mi faccio dare lezioni di morale da un vampiro.-

-Ho afferrato il concetto.-

            King respinge l’attacco di un demone, lo afferra, lo solleva sopra la testa e lo scaglia contro una parete.

            Il Fuoco Infernale esce dalle punte del tridente di Daimon Hellstrom ed avvolge un gruppo di demoni che cadono uno dopo l’altro. Jazz Jade manovra la sua spada con maestria come se fosse nata per usarla ed in effetti è così. Hannibal King si sbarazza di ogni avversario che tenti di aggredirlo.

-Ahimè, siete più difficili da eliminare di quanto sperassi. Concluderemo il nostro confronto un altro giorno.-

            Il Capro Nero spicca il volo e scompare oltre una finestra passandoci attraverso. I pochi demoni rimasti i piedi crollano al suolo e tutti ridiventano istantaneamente umani.

King si china sulla sua amica Bunny Brennan.

-Sta bene.- dice.-

-Ne sono contento.- replica Daimon.

-Certo che sei uno strano tipo di vampiro:.- commenta Jazz -Non ti trasformi in pipistrello, non ammazzi nessuno e ti preoccupi per gli altri.-

-Lo hai detto: sono un tipo strano.-

-Come tutti noi direi.-

-Decisamente vero. Quel tipo che sembrava il Diavolo delle vecchie illustrazioni, chi era?-

-Uno di famiglia.- risponde Daimon -E presto o tardi lo rivedremo.-

 

 

3.

 

 

            Il nome della ragazza bionda è Penelope Abadon ed è ricoverata in questo istituito della Contea di Los Angeles per la cura e la riabilitazione dalla dipendenza da droghe ed alcool. È stata sua madre, Supervisore della Contea e candidata alla carica di Governatore, a farla ricoverare qui per l’ennesima volta. La madre premurosa che si preoccupa per la figlia ribelle. Se la gente sapesse chi è veramente Lucille Abadon chissà cosa direbbe?

            Sdraiata sul suo letto Penny ripensa a quel che le ha detto sua madre una delle ultime volte che è venuta a trovarla:

-Tuo padre è molto deluso dal tuo comportamento. Aveva grandi progetti per te.-

         Lei aveva ribattuto:

-Mio padre? Mi ha ignorato da quando sono nata e si fa vivo adesso per farmi la morale? Che si fotta anche lui.-

         Sua madre l’aveva presa per le spalle e le aveva detto con voce dura:

-Guardami bene, Penny, ed ascoltami: tu non conosci tuo padre, se lo conoscessi avresti paura di deluderlo e intendo veramente paura.-

                Penny Abadon aveva fissato la madre negli occhi ed aveva capito che era sincera. Per la prima volta da tanto tempo aveva provato paura, una sensazione che l’aveva accompagnata per lungo tempo anche dopo che Lucille Abadon se n’era andata, una sensazione che ora, sorprendentemente, è ritornata.          Improvvisamente Penny sa di non essere più sola nella stanza, è impossibile, eppure… allunga la mano verso l’interruttore della lampada sul comodino quando una corrente gelida le attraversa la faccia ed una voce che le viene da definire sepolcrale dice:

-Ciao Penny, sono felice di rivederti.-

            Nel buio la ragazza vede brillare due occhi rossi come braci.

-Chi… chi sei?- chiede.

-Tuo padre, ma lo avevi già capito non è vero?-

            Sì, l’aveva capito e sta cominciando a capire anche altro.

-Come hai fatto ad entrare? Le porte…. I guardiani…-

-Le barriere fatte dagli uomini non possono fermarmi se io non lo voglio, così come non fermeranno te quando deciderai di andartene da qui. Tu non sei come le altre ragazze, sei molto di più e stanotte io ti insegnerò quanto.-

            E Penny lo ascolta.

 

            Il Professor Noah van Helsing fissa la figlia di suo fratello e dice:

-Perché sei così sorpresa, Rachel? Avresti dovuto prevedere che sarei venuto a cercarti una volta saputo che eri diventata una vampira.-

-Se non ricordo male, avevi detto che volevi farla finita con quella che chiamavi l’ossessione di famiglia.- replica Rachel van Helsing.

-Questo era prima che sapessi che Dracula aveva fatto di te una vampira e che eri diventata la sua consorte.-

-Dracula è morto… definitivamente.-

-Così dicono, ma tu sei ancora una non morta e se fossi ancora te stessa, saresti la prima a chiedermi di porre fine a questa tua macabra parodia di vita.-

            Rachel non risponde. Il suo sguardo si sofferma sulle due donne che accompagnano suo zio, in particolare sulla bionda con la balestra.-

-Vedo che hai delle nuove allieve ed hai insegnato loro gli stessi trucchi che hai insegnato a me.-

-Parli di me?- replica la bionda -Mi chiamo Abigail Whistler e se volessi, ti spaccherei il cuore in un secondo con una delle mie frecce di frassino.-

            Rachel si lascia andare ad un sorriso e replica:

-Ti credo sulla parola ma che ci guadagneresti a farlo? Un attimo dopo i miei vampiri sarebbero addosso a te e gli altri e poi mi toglierebbero il paletto dal cuore. Io sarei di nuovo viva e tu invece… tu, nel migliore dei casi, saresti una vampira del mio branco.-

            Il silenzio cala di nuovo sul cimitero poi Noah van Helsing lo rompe dicendo:

-Immagino che tu abbia qualcosa da proporci.-

-Una cosa molto semplice.- ribatte Rachel -Stanotte ve ne andrete da qui sani e salvi ma se doveste provare a ritornare, allora non ci sarà più alcuna tregua.-

            Van Helsing riflette solo un istante poi replica:

-Mi sta bene.-

-Io dico che invece dovremmo banchettare col loro sangue.- interviene una vampira dai capelli neri.

-Vuoi discutere i miei ordini Alice?- le chiede Rachel con voce dura.

            Alice Hastings china il capo e risponde:

-No, scusami.-

            I tre cacciatori di vampiri si avviano verso l’uscita. Noah van Helsing si volta e si rivolge alla nipote:

-Tu sai che tornerò, non è vero Rachel?-

            Sul volto di Rachel van Helsing si dipinge un’espressione triste mentre risponde:

-Sì, lo so, lo so molto bene.-

 

            Regna una quiete assoluta nella Clinica Herbert per la riabilitazione dalla dipendenza da droghe ed altre sostanze, la quiete della morte.

            Nessuno degli ospiti e del personale è più vivo ormai, nessuno a parte la ragazza bionda senza vestiti che sfoggia un paio di grandi ali nere e percorre a piedi nudi i corridoi del complesso ospedaliero dirigendosi verso l’uscita.

            Sul suo viso si disegna un sorriso maligno mentre oltrepassa gli ultimi cadaveri.

-Divertente.- dice

-E questo è solo l’inizio.- le sussurra una voce immateriale.

            La ragazza esce all’aperto, sfoggia ancora un sorriso di divertita crudeltà e poi spicca il volo.

 

 

4.

 

 

            Il telefono cellulare di Daimon Hellstrom squilla svegliandolo di colpo. Mentre allunga la mano verso il comodino per afferrarlo, anche quello di Eva Torres dall’altra parte del letto comincia a squillare. Brutto segno, pensa Daimon mentre risponde.

<<Daimon? Sono Seth.>> dice l’uomo dall’altra parte.

            Seth Lieber, membro della Chiesa di Satana ufficiale. Quando chiama non è mai per dare buone notizie.

-Spero che tu abbia una valida ragione per chiamarmi alle sei del mattino, Seth.-

<<La migliore Daimon, credimi. Non ti pentirai di ascoltarmi.>>

-L’ultima volta che me l’hai detto, una torma di demoni ha cercato di ammazzarmi ed un pazzoide voleva usarmi come sacrificio umano,[v] spero che stavolta vada meglio.-

            Detto questo, Daimon ascolta quello che Seth ha da dirgli e man mano che l’altro parla il suo interesse cresce sempre di più.

            Quando ripone il telefono Eva si sta rivestendo.

-Guai.- gli dice -Hanno trovato…-

-Un’altra vittima dei sacrifici satanici a Griffith Park.-

            La detective della Squadra Omicidi della Polizia di Los Angeles fa una faccia sorpresa.

-Tu come…- poi comprende -Il tuo amico satanista come l’altra volta, ho ragione?-

-Certo e mi ha detto anche altre cose che forse non sai.-

            Gliele dice e di nuovo il Tenente Eva Torres spalanca la bocca per la sorpresa e lo sgomento poi dice in tono secco:

-Muoviamoci. -

 

L’Howard Anthony Stark Memorial Hospital sorge in Henry Street nel Lower East Side a Manhattan, New York, ed è di proprietà della Fondazione Maria Stark, la stessa che finanzia i Vendicatori, che, grazie a questo, godono di una convenzione per le cure mediche. Col tempo lo Stark Hospital ha avuto altri pazienti che si potrebbero definire particolari. Uno di questi è una giovane donna bionda che si sta rivestendo in una delle sue stanze quando entra un corpulento medico afroamericano quasi calvo con baffi ed occhiali accompagnato da un’infermiera dai capelli rossi che vedendola le chiede.

-Cosa sta facendo Miss Kale?-

-Mi sembra evidente, Dottor Jeffries.- risponde la ragazza, il cui nome è Jennifer Kale, allacciandosi un paio di jeans -Mi preparo per andarmene.-

-Non l’ho ancora dimessa.- ribatte il Dottor Lionel Jeffries -Le ricordo che quando è arrivata da noi era praticamente in punto di morte.-[vi]

-Ma lei ed il Dottor Strange mi avete salvata e ve ne sono grata davvero, ma ora mi sento molto meglio.-

-Dopo solo pochi giorni? Lo faccia decidere a me. Si sdrai sulla pancia.-

            Jennifer sospira ma ubbidisce. Jeffries le esamina attentamente la schiena ed alla fine dice:

-Le ferite si sono già completamente rimarginate. Rimangono solo un po’ di cicatrici. Lei è una superumana, Miss Kale?-

-Sono una strega.- replica la ragazza sorridendo -Vale lo stesso?-

            Jeffries borbotta qualcosa di inintellegibile poi aggiunge:

-Suppongo di non poterla trattenere. Vorrei, però, che tornasse qui per un controllo, diciamo la prossima settimana.-

-Beh, penso di potercela fare, Dottore. Affare fatto.-

            Pochi minuti dopo Jennifer Kale esce dall’ospedale e si dirige alla metropolitana. Poche fermate dopo scende al Greenwich Village e cammina lungo Bleecker Street.

Passo dopo passo i suoi abiti mutano ed al posto di una comune maglietta aderente, Jeans a vita bassa e stivaletti ora c’è una specie di bikini azzurro con le coppe del reggiseno in metallo e stivali dello stesso colore, sulle spalle un ampio e lungo mantello blu, sui capelli una tiara metallica. In qualunque altro posto il suo abbigliamento avrebbe probabilmente suscitato scalpore, ma i residenti della zona hanno visto cose molto più fuori dall’ordinario e le dedicano solo un’occhiata distratta.

Jennifer si ferma davanti al numero 177B e dice:

-Speriamo che il Dottore sia in casa.-

 

            La Clinica Herbert si trova appena fuori dai confini della Città di Los Angeles e quando l’auto con a bordo Eva Torres e Daimon Hellstrom la raggiunge trova parcheggiate fuori di essa varie auto ed un furgoncino della Scientifica del Dipartimento dello Sceriffo della Contea, oltre ad un paio di furgoni mortuari ed un’auto con il logo dell’Ufficio del Medico Legale.

-Troppa gente.- borbotta Eva -Gran brutto segno.-

            Daimon annuisce pensieroso. Quando ha detto ad Eva quel che Seth Lieber gli aveva raccontato sul massacro alla clinica, lei è stata subito d’accordo con l’idea di andare a dare un’occhiata dopo aver esaminato il luogo del ritrovamento dell’ultimo omicidio rituale, il terzo di una serie che ne prevede almeno cinque se i sospetti di Daimon sono corretti.

            Il viaggio a Griffith Park non ha fornito molti indizi: un omicidio simile agli altri, compreso il pentacolo tracciato col sangue e così, subito dopo che il Medico Legale è ripartito con il suo triste carico, Eva si è subito diretta alla clinica.

            Scende dall’auto mostrando il tesserino della Polizia di Los Angeles ed assieme a Daimon oltrepassa il nastro giallo che delimita la scena del crimine. Una donna sui quarant’anni dai corti capelli biondo cenere si fa loro incontro esclamando:

-Eva, che ci fai qui? Questa non è la tua giurisdizione.-

-Rilassati, Jaye.- replica lei -Non sono qui per portarti via il caso, ma ho il sospetto che sia collegato ad uno che sto seguendo e voglio verificarlo.-

-Gli omicidi satanici eh? È per questo che ti sei portato dietro il famoso Daimon Hellstrom.-

-La ringrazio di non aver detto il famigerato o il ciarlatano, Vice Sceriffo.- dice Daimon affabilmente.

-I Vendicatori dicono che lei è a posto e per il mio ufficio è sufficiente.-

-E per lei, Vice Sceriffo?-

            Prima che la donna possa rispondere Eva Torres interviene:

-Daimon, lei è Jaye Winston, forse la migliore detective della Squadra Omicidi dello Sceriffo. Se a questo mondo esistesse una giustizia sarebbe già Capitano.-

-Ho un carattere troppo spigoloso per essere apprezzata dai miei superiori… proprio come te, Eva.- si schermisce l’altra -Ma ora parliamo di quello per cui siete venuti: volevi sapere cos’è accaduto qui? Te lo dico in due parole: un massacro. Qui dentro non c’è rimasto nessuno vivo. Quando sono entrati i primi agenti hanno vomitato anche l’anima. Chiunque abbia fatto questo è stato molto creativo. Chissà quanti erano per fare in poco tempo tutto questo macello?-

-Uno solo o forse due.- risponde Daimon. Sento un’aura demoniaca ma ha qualcosa di strano che non riesco ad identificare pienamente anche se mi è familiare. Le forze dell’Inferno sono state all’opera qui.-

-Ma parla sul serio?- chiede Jaye Winston.

-Non chiedermelo.- risponde Eva poi aggiunge -Hai detto che sono stati uccisi tutti: medici, personale e pazienti?-

-Forse non tutti. A quanto pare, manca una paziente. Non è tra i cadaveri.-

-E chi è?- chiede Daimon.

-Una con un cognome importante: la figlia del Supervisore della Contea e candidata Governatore Lucille Abadon.-

            Daimon ha una sinistra premonizione ma preferisce tacere.

 

 

5.

 

 

Il giorno lascia il posto alla sera ed nel salone delle feste di un famoso hotel di Los Angeles cominciano ad arrivare gli ospiti al ricevimento dato in onore della candidata Lucille Abadon. Tra i primi ad arrivare c’è Daimon Hellstrom che fa il suo ingresso assieme a Jazz Jade.

-Ti ringrazio di avermi portata con te. Sei sicuro che questa gente apprezzerà la mia presenza?- dice lei.

-Un po’ di pepe farà solo bene a questa manica di ipocriti.- ribatte lui.

-La tua amica poliziotta approva? Quando ci siamo conosciute aveva l’aria di essere gelosa.-

-Lei non ha il diritto di essere gelosa, io sono libero di fare ciò che voglio con chi voglio. In ogni caso è già qui in veste ufficiale e quando mi è arrivato l’invito con la facoltà di portare un accompagnatrice, ho avuto la sensazione che Lucille Abadon preferisse che portassi te.-

-Me? E perché?-

-Potrai chiederglielo tu stessa, se vuoi, eccola.-

            Lucille Abadon, inguainata in un abito da sera rosso con le spalle scoperte, sta parlando con un uomo sui quarant’anni dal sorriso affascinante. Quando vede Daimon gli si fa incontro.

-Daimon, caro, sono lieta che sei venuto ed in compagnia di questa deliziosa signorina come speravo.- dice sorridendo.

-Non potevo mancare.- replica lui -Per un po’ mi sono chiesto se saresti venuta dopo quel che è successo alla clinica dov’era ricoverata tua figlia ma sapevo bene la risposta.-

-La vita deve andare avanti e sono convinta che lo Sceriffo farà tutto ciò che è in suo potere per ritrovare Penny e chiarire questa brutta faccenda, ma non parliamo di questo: voglio presentarvi Rex Carpenter, candidato Senatore e probabilmente un giorno anche Presidente.

-Probabilmente ce la farai prima tu, Lucille.- si schermisce l’uomo -Chi sono i tuoi amici?-

-Lui è Daimon Hellstrom, demonologo, esorcista ed altre cose. La sua accompagnatrice presumo tu l’abbia sentita nominare anche se immagino che i tuoi elettori preferirebbero che tu non avessi mai visto uno dei suoi film prodotti nella San Fernando Valley. Rex questa è Veronica Vitali, in arte Jazz Jade.-

-Incantato Miss Vitali o preferisce Jade?-

            Jade stringe meccanicamente la mano a Rex Carpenter poi si rivolge a Lucille Abadon:

-Come fa a conoscere il mio vero nome?-

-Mia cara, io so molte cose di te.- replica Lucille -Io e te abbiamo in comune più cose di quanto credi, ma questo non è il momento di parlartene. È appena arrivata un’altra persona che voglio presentarvi.-

Tutti gli sguardi si volgono verso una donna bionda vestita di nero. Lucille prosegue:

-L’ultimo acquisto del mio staff: la mia nuova assistente personale Claire Voyant.-

            È difficile stupire Daimon Hellstrom ma dalla sua espressione si capisce bene che stavolta è davvero stato colto di sorpresa.

 

Frank Drake e la sua compagna Kate Fraser, Ispettore di Scotland Yard, ufficialmente in vacanza, si guardano intorno nel grande salone. Non è stato difficile per Frank ottenere l’invito: è bastato sottoscrivere una generosa donazione ai Comitati di Azione Politica di Lucille Abadon e Rex Carpenter. La loro speranza è che al party venga anche la donna che stanno cercando

-La vedi?- chiede Frank.

-Non ancora.- risponde Kate -Speriamo che venga davvero e non stiamo sprecando tempo.-

-Mal che vada ci saremo gustati delle buone tartine ed un ottimo vino della California e… oh, oh!-

-Cosa c’è?-

-Daimon Hellstrom è qui e dubito che sia venuto a divertirsi vista la sua faccia.-

-Quello che dice di essere il figlio di Satana?

-Non lo dice solamente, lo è. Io gli credo.

-Frank..- lo interrompe Kate.

            Nella sala è appena entrata una bella donna dai lunghi capelli neri scortata da due uomini imponenti di origine non europea.

-È lei!- esclama Kate.

            La donna la fissa sua volta con un’espressione che passa in un lampo dallo stupore all’ostilità.

-Quella, dunque è Elaine Turow, la leader della Othman Investments?- chiede Frank.

-Chiunque sia è anche Elianne Turac ed è una vampira. Lo so: l’ho uccisa io.-

 

            Lucille Abadon esce sulla terrazza a prendere un po’ d’aria. È stato divertente, pensa, vedere l’espressione sulla faccia di Daimon quando è arrivata Claire Voyant. Il suo fratellastro dovrà adattarsi al fatto che lei è la favorita del loro comune padre e che lui non è assolutamente in grado di fermare la sua avanzata verso il completo successo.

            La figlia del Diavolo guarda verso l’orizzonte e sussurra:

-Tutto questo è mio di diritto e me lo prenderò.-

            Una voce di donna sopra di lei dice:

-Mamma, dobbiamo parlare.-

            Sul cornicione che sovrasta la terrazza è appollaiata come un sinistro uccello da preda una figura femminile dai lunghi capelli biondi ed ampie ali nere.

            Lucille sorride.

 

 

FINE OTTANTADUESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Sostanzialmente poco da dire, quindi sbrighiamoci:

1)       La detective del Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles Jaye Winston è una citazione dei romanzi di Michael Connelly.

2)       Se non sapete chi è Rex Carpenter, e vi interessa saperne di più su di lui, vi consiglio (del tutto disinteressatamente s’intende -_^) di seguire i prossimi episodi di Marvel Knights.

3)       Per saperne di più su Elianne Turac dovrete, invece, aspettare il prossimo episodio.

4)       Il demone chiamato Capro Nero è una creazione di Fabio Chiocchia, per quanto basata su folklore e tradizioni varie.

Nel prossimo episodio: i figli del Diavolo. Basta così.

 

 

Carlo

Carlo



[i]Tenuta dei praticanti del judo.

[ii] Ovvero Uncle Creepy, personaggio che introduceva e chiudeva i fumetti horror della rivista in bianco e nero intitolata, appunto, “Creepy”, della Casa Editrice Warren.

[iii] Nell’ultimo episodio.

[iv] Sin da Hellstrom #3.

[v] Su Hellstrom #1/3.

[vi] Nell’episodio #76.